Un quintale di puro talento
- Selene Zanetti

- 17 dic
- Tempo di lettura: 4 min
Ci sono passata anch’io per quei 95 kg.
A dir la verità li ho anche superati in certi momenti della mia vita… momenti molto bui costellati da profonde preoccupazioni spesso subdole e senza nome, spesso dolorose come uno schiaffo a mano aperta in volto, la cui gestione era ciecamente delegata al mio disturbo alimentare.
1947: 95kg ~ Arrivo in Italia.
BMI 32.1 = obesità classe 1
Ha ventiquattro anni, Maria, e arriva senza la valigia perché le è stata rubata a Napoli, ma con i suoi bei 95 kg per 1 metro e 72 centimetri di altezza.
Un bel donnone. Una virago. Una guerriera con una corazza spessa e dura che in Grecia, durante l’occupazione tedesca, le era servita per sopravvivere a sofferenze che lei stessa, poi, ha sempre cercato di dimenticare assieme a un numero considerevole di esperienze terribili e a momenti cupi che, anche lei, ha sempre gestito con l’uso/abuso sconsiderato del cibo come “posto sicuro”.
Arriva in Italia come una profuga, ma ansiosamente attesa da un’Arena di Verona che si era trovata all’ultimo senza il soprano che avrebbe dovuto cantare il ruolo di Gioconda.
Arriva lei e con i suoi oltre 90kg di massa fisica sbalordisce tutti per il volume pazzesco della voce, per la potenza drammatica e per la sicurezza in un ruolo che quasi nessuna giovane cantante avrebbe osato cantare.
È un trionfo.

1949-1952: 95kg.
Aida, Nabucco, Turandot (non Liu!!!), Isotta.
E ‘sti ca**i. Questi ruoli non li canti se pesi 60kg, ve lo dico io. Stiamo parlando di Wagner.
1953-1954: 58-60 kg ~ Celeberrimo e mitologico dimagrimento.
BMI 19,2 = normopeso
Nel ‘53, ancora sui 60 kg, canta Medea di Cherubini, ruolo per cui servono i suddetti controc.
Nel ‘54 canta Lucia di Lammermoor… e dirigeva Karajan… [della serie “uomini che dicono alle donne come devono essere e apparire”].
Il suo peso è al minimo storico.
Lo shock è enorme: si presenta eterea, sottile, celestiale, ipnotica, magnetica come non mai prima d’ora, ultraterrena, diafana, ninfica e il pubblico rimane folgorato, sbalordito da quel cambiamento fisico: da soprano drammatico di “presenza imponente”, improvvisamente appare slanciata, lunare, quasi spettrale. Si parlò di un’autentica metamorfosi, di trasfigurazione, i giornali mischiavano recensioni musicali e commenti sul corpo.
Cultura woke, batti un colpo se ci sei!!!
Mitizzazione immediata.
Maria Callas diventa un’icona di stile, un simbolo di autodisciplina, un caso mediatico internazionale, una diva drammatica e decadente. L’opinione pubblica la trasforma immediatamente in una figura-mito, una nuova Callas “divina e terrena insieme”.
Un miracolo del marketing.

Piccolo inciso: quando il BMI arriva a 18,7 si inizia a parlare di sottopeso, quindi, secondo i calcoli, a 55,8kg Maria sarebbe stata clinicamente sottopeso.
E se già per le persone normali è difficile vivere sottopeso, pensate a una cantante lirica sottoposta a prove estenuanti, opere lunghissime e pesantissime, viaggi da delirio, restrizioni di vita, stress e pressioni psicologiche da parte di teatri, fan, rivali, direttori artistici e sovrintendenti maledetti, da una famiglia assente quando non assillante, da una madre narcisista e sabotatrice e uomini bastardi e manipolatori.
58kg bastavano?!
Tanti dicono che la perdita di peso non abbia influito sulla fine precoce della sua carriera e quelli che dicono così non hanno mai vissuto una stagione lirica da cantante con il calendario pieno.
Lascio a voi le ovvie considerazioni.
1955-1958: 58-60kg ~ Apice assoluto.
Sempre pochi kg, ma necessari per rimanere iconica.
Traviata, Norma, Anna Bolena, Medea, Sonnambula.
Eleganza pura.
… ma solo per tre anni…

1959-1964: 60-65kg ~ Declino vocale e instabilità emotiva.
A 40 è praticamente finita.
La voce è sempre più fragile, gli acuti iniziano a sgretolarsi, Onassis la tortura psicologicamente. Tenta un tour di concerti con Giuseppe Di Stefano, il suo quarto “amore”, anche se oramai quello di cui aveva bisogno era il puro e semplice affetto di chi ti vuole bene. Praticamente un cane abbandonato e alla disperata ricerca del calore di un abbraccio.
Il tour è un disastro.
Poi le prova tutte: prova ad insegnare, prova a fare la regista e si prova anche nel film di Pasolini, Medea.
Le vanno tutte male: Callas sa cantare, non sa insegnare, sa come stare sul palco, ma in fondo non sa nemmeno lei come ci riesce. Si inventa addirittura regista insieme a Giuseppe Di Stefano per I vespri siciliani al teatro Regio di Torino (la mia maestra, Raina Kabaivanska, interpretava il ruolo della duchessa Elena), ma anche questo si rivela l’ennesimo disastro.
Di Maria Callas è rimasta solamente la scia della cometa che è stata e così si lascia morire.

Ecco la discesa della sua #parabola (leggi il post precedente, “Cerchi, non parabole” per capire di cosa sto parlando).
Maria non è riuscita a chiudere il suo cerchio e questo è successo perchè si è allontanata dal suo povero corpo bistrattato, costretto a una dieta da galera e a esercizi estenuanti, piegato al volere di una donna essa stessa piegata alla sua ambizione, schiacciata dalla sua immensa dote e calpestata da chi ha sempre voluto qualcosa da lei.
Un Icaro che ha sfidato il sole e che è caduto tradito dalle sue splendide ali.
Del resto le parabole hanno un’ascesa, un apice e una discesa.
E se non fosse stato così, forse non sarebbe stata Maria Callas, la cometa che ha illuminato il cammino di tantissimi artisti e non, ma solamente una meteora splendente in viaggio attraverso il cielo.
Veniamo a noi.
La realtà di oggi non è tanto diversa: i teatri, che arrivano sempre più tardi ai “trend” del momento, ora sono nella piena fase “heroin chic” degli anni ‘90, quando il mondo fashion cercava ed esaltava le modelle longilinee e magrissime.
Vedendo come sta andando il mondo fashion ultimamente e assistendo alla progressiva accettazione (sempre a naso storto, per carità!) della diversità dei corpi, spero che tra una trentina d’anni la ruota seguirà il suo corso e che quindi anche le cantanti curvy saranno accettate e cercate per la loro bravura e non per la loro apparenza.

Ah, non stavamo parlando di moda?!?!
Scusate ho sbagliato post.
Baci.

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